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Attenzione agli smaltitori non autorizzati

l’utilizzo di materiali metallici e di tipo ferroso è dominante all’interno di alcuni settori industriali. Nella maggior parte dei casi, si tratta di filiere fondamentali per l’apparato produttivo; necessitano quindi di approvvigionamenti continui e periodici di materiali metallici da dover gestire anche in ottica di smaltimento e riciclo. Proprio alla gestione dei rifiuti o dei rottami metallici sono da annoverare alcune limitazioni normative e moniti in termini di impatto ambientale. Il mancato rispetto espone entrambe le parti in causa a procedimenti giuridici piuttosto seri, sia di tipo penale che civile.

Cosa impone la normativa vigente riferita alla gestione dei rifiuti metallici

La produzione di metalli ferrosi è ingente nel settore industriale, principale responsabile della lavorazione e produzione. Al contempo, le aziende operative nel settore devono necessariamente rispettare alcune normative che regolamentano la gestione dei rifiuti e dei rottami metallici. Infatti, non è possibile procedere con metodologie di smaltimento autonome; la legge italiana impone il rispetto di un protocollo standard al fine di preservare non solo la natura ma anche l’ipotetico riutilizzo in ambito industriale e non solo. Spesso infatti vengono immessi sul mercato prodotti riciclati senza il rispetto delle normative in essere, compromettendo la salute e incolumità delle persone. I materiali ferrosi non riciclabili presentano infatti l’assenza di un trattamento adatto per rimuovere sostanze chimiche che risultano dannose sia per la salute che per l’ambiente. Per questa ragione, è necessario riferirsi sempre ad aziende di smaltimento specializzate e autorizzate.

Quali sono i rischi derivanti dal consulto di smaltitori non autorizzati

Come sottolineato precedentemente, non è assolutamente consentito riferirsi ad aziende non autorizzate per lo smaltimento di materiali ferrosi. La ragione dipende dal rispetto di un iter specifico con documentazione annessa, a garanzia non solo di una successiva attività di riciclo ma anche delle possibili ripercussioni penali e civili di chi non agisce secondo la legge. Affidarsi ad aziende non autorizzate infatti, espone ad ammende pecuniarie e amministrative non solo chi svolge di fatto la mansione, ma anche chi ne commissiona la gestione. Per questa ragione, anche le aziende che producono tali materiali da smaltire rischiano seriamente sia dal punto di vista del codice penale che civile. La responsabilità è di fatto condivisa, a seconda delle modalità e del quantitativo in questione.

Qual è la procedura prevista dalla legge per lo smaltimento dei rottami

Secondo l’ultimo decreto legge in merito, lo smaltimento di rottami ferrosi spetta unicamente alle aziende specializzate secondo la definizione di un protocollo che ne garantisca l’integrità del processo. Nello specifico, la procedura deve essere correlata alla realizzazione di un formulario che conservi tutte le specifiche del caso. Innanzitutto, è da sottoscrivere il quantitativo e la natura dei rottami ferrosi, oltre alla destinazione di utilizzo prima della dismissione. Inoltre, va segnalata la presenza di modifiche postume e di contaminazioni di tipo chimico per fini lavorativi. Dal punto di vista di chi preleva il materiale, deve essere garantita l’iscrizione all’Albo dei gestori ambientali oltre alla disposizione di vetture a regola e autorizzate per la rimozione dei rottami e il conseguente trasporto. Solo mediante tali aspetti burocratici e legali è possibile garantire la definizione di rifiuti, soggetti quindi alle metodologie di smaltimento, o di materiale riutilizzabili e quindi soggetto alle opere di riciclo.

Perché il rispetto delle normative migliora l’economia circolare

Mediante una gestione e smaltimento consona dei rottami metallici, è chiaramente possibile sia rispettare l’ambiente che consentire l’utilizzo di macchinari per il riciclo. In questo modo, l’economia circolare del settore industriale è ottimizzata in riferimento ad un minore impatto energetico oltre che alla più frequente e considerevole disponibilità di materia prima. Chiaramente, riuscire ad ammortizzare i costi in tal senso può essere solo un valore aggiunto a prescindere dal settore di riferimento. In questo modo, è molto più semplice contrastare le attività illegali che risultano unicamente controproducenti dal punto di vista della sostenibilità. Non meno rilevante è il rischio ipotetico di sanzioni penali e civili per chi non rispetta tali normative e procedure.