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Le applicazioni del metallo duro

Con la definizione di metallo duro ci si riferisce ad una tipologia di materiale riferito principalmente alle procedure e lavorazioni di tipo meccanico. La sua consistenza prevede diverse peculiarità dal punto di vista strutturale, come la resistenza all’erosione e alla corrosione. E’ considerato tra i materiali più resistenti, anche se sottoposto a temperature elevate o pressioni consistenti.

Caratteristiche principali del metallo duro

Il metallo duro presenta numerose caratteristiche pratiche e strutturali che definiscono un utilizzo corposo in ambito industriale. Si tratta principalmente di un materiale realizzato mediante la fusione di polveri fini che una volta lavorate danno vita ad una sostanza considerata tra le più resistenti e versatili. La sua consistenza è prevalentemente composta da Carburo di Tungsteno, raffinato mediante lavorazioni di diverso tipo. Innanzitutto, il metallo duro è caratterizzato da un’elevata tolleranza rispetto alle stimolazioni esterne. Nello specifico, anche se sottoposto a temperature piuttosto elevate resiste in maniera ottimale. Non di meno, presenta valori di resistenza alla corrosione ed abrasione, risultando utilizzabile per finalità industriali piuttosto varie e diversificate. E’ bene specificare che la loro consistenza non è totalmente composta in metallo; la sostanza prevalente sono per l’appunto i carburi. Tra i punti di forza del metallo duro è da considerare anche l’elevata capacità di risposta in riferimento alla pressione e alla deformazione termica. Tutte le strutture realizzate con questo materiale sono quindi accomunate da valori di resilienza capaci di durare per lungo tempo.

Classificazione in gradi e applicazione del metallo duro

Appurate le peculiarità del metallo duro, è da considerare diversificata la sua applicazione dal punto di vista pratico e quindi commerciale. Non a caso, questo materiale viene classificato precisamente in gradi; tale valore definisce tutti i valori che lo compongono al fine di chiarire quale sia il fine di utilizzo più consono. Per valori si intende chiaramente la resistenza, forza d’impatto, struttura e i criteri precedentemente accennati. I gradi del metallo duro sono 15; partendo da un ordine di forze crescente, è possibile suddividere 5 macro categorie. I gradi in K sono riferiti a due categorie; la prima fascia riguarda l’utilizzo a contatto con materiali piuttosto duri e abrasivi. Alla seconda invece appartengono i metalli duri utilizzabili in corrispondenza di altri materiali non ferrosi come ghisa e rame. Nello specifico, sono comuni nel settore industriale tessile e relativo all’estrazione di marmo. Tutti i valori del grado G appartengono invece a criteri di resistenza per cui l’utilizzo è riferito principalmente a pratiche di imbottitura o trafilatura. I metalli duri classificati con il grado P corrispondono a materiali capaci di condurre il calore in maniera proficua ed efficace, oltre a spiccate doti di resistenza all’usura. Per questa ragione, vengono utilizzati soprattutto per lavorare l’acciaio mediante macchinari sofisticati per utensili. Infine, al grado M appartengono quei metalli duri utilizzati principalmente in ambito urbanistico e stradale; a tale categoria appartengono materiali dotati di estrema resistenza sia alle sollecitazioni che alle temperature invasive.

Come si elabora la tabella dei gradi

La definizione in gradi dei metalli duri avviene considerando determinati criteri, che chiaramente possono variare a seconda delle mutazioni e alterazioni effettuate. Per l’elaborazione della tabella, al fine di definire i valori crescenti di resistenza e durevolezza, vengono considerati alcuni fattori cardine. In primis, durezza e densità; caratteristiche che determinano contestualmente la capacità di resistere a rotture di tipo trasversale. Altrettanto fondamentali sono i valori di forza d’impatto e comprimenti, con conseguente valutazione di resistenza in rapporto alla fatica rispetto alle sollecitazioni meccaniche. Infine, vengono considerate anche le proprietà elettriche, termiche e magnetiche. L’insieme di tali valori definiscono la tabella che garantisce un’agevole assegnazione ai diversi livelli di applicazione

Difficoltà nel recupero dei rottami di metallo duro

Chiarite le peculiarità e vantaggi di questa tipologia di materiale, risulta particolarmente controversa la gestione dal punto di vista dello smaltimento. Trattandosi di materiali non totalmente ferrosi, soggetti a diverse sollecitazioni e altrettante modifiche di tipo chimico e strutturale, non è affatto semplice procedere con le fasi relative allo smaltimento e ipotetico riciclaggio. I rottami di metallo duro sono infatti difficile da purificare e rendere quindi riutilizzabili per l’economia circolare. Di frequente, vengono quindi spesso catalogati come rifiuti risultando inefficienti come bacino di rinnovamento come materia prima. Nonostante ciò, sono in atto processi di miglioramento dal punto di vista del trattamento dei rottami di metallo duro al fine di riuscire a ricavare quanto più possibile in termini di riciclaggio e di prevenzione contro l’impatto ambientale.