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La produzione di rottami metallici nell’industria

Le industrie che utilizzano materiali metallici, con conseguente produzione corposa di tali rifiuti, appartengono a diverse categorie. Su tutti, il settore siderurgico è probabilmente quello maggiormente interessato da tale questione. I rottami metallici sono infatti sia una fonte di beneficio che un potenziale pericolo. Per quanto presentino diversi valori benefici in relazione alle procedure di riutilizzo, ancora oggi non tutte le aziende e attività gestiscono al meglio la produzione di rifiuti derivanti da rottami metallici.

Cosa sono i rottami metallici

Con la definizione di rottami metallici, ci si riferisce a scarti industriali che, cessata la loro funzione e utilità, possono essere smaltiti o riutilizzati. Tendenzialmente questi materiali vengono erroneamente considerati rifiuti; in realtà alcuni materiali e tipologie possono essere agevolmente riciclati e riutilizzati come materia prima. Secondo le normative vigenti, quando un rottame metallico viene classificato come rifiuto e quindi non utilizzabile nuovamente, è assolutamente vietato predisporre un’opera di riciclo. Nello specifico, con una sentenza risalente al 2014 della Corte di Cassazione, sono stati chiariti i criteri attraverso i quali definire i rottami metallici come rifiuto o materia prima.

Quali sono i criteri che rendono materia prima i rottami metallici

La sentenza del 17 ottobre 2014 ha chiarito quando i rottami metallici non sono da considerare rifiuti, e quindi non adatti legalmente al riutilizzo. Per prima cosa, bisogna analizzare con perizia quali sostanze compongono il materiale, oltre a quella che era la funzione in essere prima di essere scartato. Chiaramente, va specificata anche la natura e gli ipotetici trattamenti aggiuntivi che il metallo ha subito nel corso del tempo.

Quando i rottami metallici sono da considerare rifiuti

Diversamente da quanto sottolineato precedentemente, sussistono alcune circostanze pratiche che annullano la possibile utilità dei rottami metallici. Tali sostanze infatti prevedono determinate circostanze che definiscono quando tali materiali sono da considerare rifiuti. Con tale accezione, per legge si definisce un rottame metallico come inutilizzabile, con trattamenti punitivi laddove dovessero essere utilizzati sia per fini produttivi che finali. Nel caso in cui non fosse possibile risalire alla natura del materiale ferroso o delle lavorazioni che esso ha subito, i rottami metallici sono da considerare rifiuti e quindi non riciclabili. Al contempo, laddove fosse impeditiva la rimozione di sostanze estranee che rendono per l’appunto i rottami non conformi, è assolutamente vietato procedere con le attività di riciclaggio e riutilizzo.

Quali sono i vantaggi derivanti dall’utilizzo di rottami metallici come materia prima

Quando sussistono le circostanze pratiche che qualificano i rottami metallici come lavorabili, le operazioni di riciclo possono apportare benefici considerevoli sia dal punto di vista economico che ecologico. Spesso tali rottami sono caratterizzati da una corposa presenza di acciaio e alluminio, materiali utilizzati non solo in ambito siderurgico ma in numerosi ambiti industriali. A tal fine, accedere ad una fonte rinnovabile basata sul riciclo significa ridurre non solo l’impatto ambientale ma soprattutto contenere i costi di gestione. Le filiere produttive hanno costantemente bisogno di materiali funzionali alle varie fasi di lavorazione; utilizzando i materiali derivanti dal riciclo di rottami metallici si riduce l’energia necessaria per lavorazioni aggiuntive. Inoltre, riciclare tali materiali significa poter rinforzare strumenti e strutture già esistenti con il supporto di sostanze aggiuntive di matrice chimica.

Come trattare i rottami metallici quando sono classificati come rifiuti

Nel caso in cui i rottami metallici fossero non corrispondenti ai criteri di riciclo, vengono per l’appunto considerati rifiuti. In quanto tali, è necessario applicare le metodologie legali e affidabili riferite al corretto smaltimento nel rispetto dell’ambiente. La prima cosa da fare è appurare con certezza l’impossibilità del riciclo, che sia per limitazioni dal punto di vista della suddivisione o per mancanza di certificati appositi. Superato tale passaggio, è fondamentale mettersi in contatto con le aziende operative e specializzate nello smaltimento di materiali ferrosi considerati rifiuti. Tali società si occuperanno non solo della raccolta e della documentazione correlata, ma anche di procedere con l’accumulo presso le zone dedicate per procedere con i metodi di smaltimento consoni. Tale aspetto è di fondamentale importanza, soprattutto considerate le norme vigenti e le sanzioni pendenti in caso di mancata osservazione. Rilasciare nell’ambiente sostanze di questo tipo può rappresentare principalmente una minaccia rilevante di tipo ambientale, con effetti particolarmente rovinosi a lungo termine. Non di meno, un atteggiamento contrario alle leggi in merito implica responsabilità penali e civili non meno rilevanti.